Dopo aver dovuto rinviare diverse volte il viaggio per varie ragioni, finalmente il 10 agosto 2023 sono partita nuovamente per la Tivoli Astrofarm in Namibia, dove ero già stata nel 2016. Memore della bellissima esperienza dell’altra volta, era già da un po’ che desideravo tornare alla Tivoli Astrofarm. Assieme a me Davide Boldrin, mio amico astrofilo di lunga data, che quasi non ci credeva che sì, stavolta sarebbe riuscito per davvero a partire per osservare, studiare e fotografare lo spettacolare cielo australe! In effetti avevamo prenotato originariamente per il 2020, ma purtroppo, viste le restrizioni imposte a viaggi e spostamenti per contenere l’epidemia di Covid-19, quell’anno non ci fu possibile fare il viaggio. Decidemmo quindi di rinviare al 2022 assieme a dei nostri altri amici astrofili, ma anche quella volta ci furono problemi legati ai permessi per le ferie estive di alcuni di loro, per cui neanche quella volta se ne fece nulla. Verso fine 2022, grazie a una circostanza fortuita, riuscimmo a trovare due posti alla Tivoli Astrofarm che si erano liberati al’ultimo, perchè altri due nostri amici astrofili avevano dovuto rinunciare al viaggio. Ovviamente ho subito scritto a Reinhold, il gestore della Tivoli Astrofarm, per bloccare immediatamente i posti: il periodo era ottimo sia per la Luna nuova, che ad agosto 2023 cadeva il 16 agosto, sia per le ferie di Davide. Quindi un’occasione da prendere assolutamente al volo! Tra l’altro, sempre per vie traverse, abbiamo scoperto che, praticamente nel nostro stesso periodo, alla Tivoli Astrofarm sarebbero stati presenti anche altri nostri cari amici astrofili: Carlo e Monica Sarzi e Carlo Rocchi, oltre ad altri italiani che non conoscevamo. Sapendo che c’erano diversi altri italiani oltre a noi il divertimento sarebbe stato assicurato!

Il 10 agosto 2023, dopo aver lottato tutta la settimana precedente con una valigia difficilissima da preparare, arriviamo carichissimi all’aeroporto di Milano Linate: quasi non ci credevamo che a questo giro sarebbe toccato proprio a noi andare alla Tivoli Astrofarm! Con Lufthansa voliamo fino a Francoforte e da lì poi fino a Windhoek, la capitale della Namibia. Durante entrambi i voli Davide schiaccia due bei pisolini, scherzando gli faccio subito notare che mi sarei ricordata di questo a suon di spada laser: a differenza sua, io non riesco a dormire bene in aereo, per cui potrei diventare molto pericolosa, tipo i Sith di Star Wars…

L’11 agosto mattina finalmente atterriamo all’aeroporto internazionale di Windhoek con circa un’ora e mezza di ritardo rispetto al piano di volo: dopo aver ritirato i bagagli ed espletato le formalità burocratiche per entrare in Namibia, finalmente troviamo Kirsten, la moglie di Reinhold, che ci accoglie agli arrivi. Mi scuso per il ritardo, ma lei ci tranquillizza spiegando che tanto sono abituati a questi ritardi. Carichiamo le valigie in macchina e partiamo alla volta della Tivoli Astrofarm. Il primo tratto di strada è asfaltato, ma ben presto inizia lo sterrato: per la macchina di Kirsten, un robusto fuoristrada Toyota, ciò non rappresenta assolutamente un problema, anche perchè le strade che percorriamo sono regolarmente battute dai turisti, quindi sono relativamente ben tenute. Le faccio notare che in Italia, a differenza di quanto accade in Namibia, abbiamo la guida a destra, e le racconto di quando dei nostri amici italiani, che erano stati a Tivoli l’altra volta assieme a me, per sbaglio avevano imboccato la prima rotonda di Windhoek contromano, per fortuna senza fare un incidente: Kirsten si mette a ridere, e ci racconta che, quando torna in Germania per visitare i parenti, deve anche lei riabituarsi a guidare tenendo la destra. Parlando con lei, scopriamo che in Namibia i limiti di velocità sono di 120 km/h sulle autostrade (che in realtà assomigliano di più alle nostre superstrade, infatti hanno soltanto una carreggiata per corsia di marcia, ma tanto basta, il traffico in Namibia non sanno neanche cosa sia talmente ce n’è poco), e 80 km/h sullo sterrato, per evitare incidenti, di finire fuori strada o di investire qualche animale che potrebbe attraversare all’improvviso. Dopo circa due ore di strada, e circa 180 km, attorno alle 11:30 del mattino (l’ora in Namibia è uguale a quella italiana quando in Italia è in vigore l’ora legale), finalmente arriviamo alla Tivoli Astrofarm, che appunto si trova a circa 180 km a sud est di Windhoek, la capitale namibiana. Io penso di assomigliare ad uno zombie vista la stanchezza, ma nonostante questo arriviamo giusti giusti e divoriamo il brunch, che solitamente è alle 11: ci sono uova e pancetta, miele, marmellate, affettati, prosciutto, formaggi, tè, caffè. Lì ritroviamo i nostri amici astrofili arrivati il giorno prima di noi, e cioè i due Carlo e Monica, e facciamo anche conoscenza degli altri ospiti della Tivoli: Andrea Bavaro, un amico di Carlo Rocchi, Frank, un omone tedesco alto quasi 2 metri ma bravo come il Sole, due astrofili austriaci la cui origine è tradita dal fortissimo accento alla papa Ratzinger, Thon, un arzillo olandese di 80 anni, e un israeliano, clone quasi perfetto dell’attore Matt Damon. Reinhold ci accompagna al nostro alloggio, il bungalow Kopernikus, che ha due stanze singole e i bagni in comune. Dico i bagni e non il bagno perchè effettivamente ce ne sono due: uno con lavandino e gabinetto, l’altro con lavandino e doccia, come mi pare sia anche in Germania. Visto che l’altra volta ero stata nella stanza di sinistra di Kopernikus, stavolta scelgo d’ufficio la stanza di destra, perfettamente speculare rispetto alla camera a sinistra, per cambiare un po’. La cosa simpatica è che ogni bungalow porta il nome di un astronomo del passato: Kopernikus, Kepler, Messier, Herschel, Galileo, Hubble, Newton, Halley. Il nostro bungalow quindi è dedicato all’astronomo che tolse la Terra dal centro dell’universo a favore del modello eliocentrico.

Dopo un riposino (sì, a questo giro un pisolino sono riuscita a farlo anche io) andiamo alla zona ristorante, una struttura che ricorda un po’ una capanna: i muri sono di mattoni mentre il tetto è di paglia: sono le 15, ed è l’ora del “cake time”, un momento di aggregazione durante cui possiamo mangiare una fetta di torta e sorseggiare una tazza di tè: io di solito non sono da tè, ma ogni tanto mi piace berlo, ed è così che ho scoperto l’esistenza di un ottimo tè africano, il Bush Tea.

Eccoci qui al ristorante della Tivoli! Fonte: Monica Civitenga

Il resto del primo giorno alla Tivoli Farm trascorre piuttosto tranquillamente, anche perchè dobbiamo ancora smaltire la stanchezza del viaggio. Reinhold ci mostra la nostra postazione osservativa: uno spiazzo di cemento protetto da teli paravento su tre lati, dove troviamo un tavolo, due sedie e una sedia speciale ad altezza regolabile per le osservazioni al Dobson. Lo aiutiamo a trasportare il “nostro” telescopio alla piazzola: un bel Dobson Obsession 15″ truss con il basamento dello specchio primario e la cella del secondario in legno, che appunto abbiamo noleggiato. Con la precisione letteralmente tedesca (il papà di Reinhold era tedesco) che ormai sappiamo essere parte di lui, Reinhold ci dà alcune informazioni e suggerimenti utili per usare il telescopio e si raccomanda che di giorno lo copriamo con l’apposito telo per proteggerlo da vento e Sole, oltre a posizionarlo parallelamente alla direzione del vento dominante, che proviene da nord-est. Dopo aver controllato la collimazione del Dobson, ci raccomanda anche di togliere alla fine di ogni notte il cercatore Telrad e portarlo assieme alla valigetta degli oculari nel nostro bungalow quando non usiamo il telescopio. In effetti la valigetta che abbiamo tra le mani contiene nientemeno che quattro oculari Nagler TeleVue con queste focali: 31 mm con barilotto da 2″; 22 mm, 16 mm, 7 mm con barilotto da 1,25″. Quindi in parole molto povere abbiamo tra le mani più o meno 1000 euro soltanto di oculari: guai quindi se capitasse qualcosa del tipo cadono per terra o si rigano, probabilmente Reinhold potrebbe darci in pasto a qualche leone o altro animale carnivoro e far sparire i nostri resti nel deserto…

Il Dobson Obsession 15″, Davide e l’autrice del blog pronti per le osservazioni

Alle 18:15 è prevista la cena, perchè almeno così possiamo sfruttare tutta la notte astronomica per osservazioni o riprese astrofotografiche: nel periodo in cui siamo andati noi, in Namibia è inverno inoltrato, per cui viene buio piuttosto presto. Dopo cena non vediamo l’ora di posare lo sguardo sul limpido e buio cielo notturno namibiano: la Croce del Sud e Alfa e Beta Centauri fanno bella mostra di sè verso sud, sono le prime stelle a comparire dopo il tramonto. E, come se non bastasse, una Via Lattea pazzesca taglia a metà il cielo: Davide rimane letteralmente a bocca aperta, non si aspettava assolutamente uno spettacolo del genere! Lo capisco molto bene, mi ero emozionata anche io tantissimo la prima volta che avevo visto la Via Lattea namibiana. In Namibia hanno ancora la fortuna di godere di un cielo molto buio: la capitale, Windhoek, è piccola e ha appena poco più di 325000 abitanti, e l’inquinamento luminoso è pressochè inesistente: si vede a malapena una piccolissima cupola di luce a nord ovest della Tivoli, ma è veramente piccola, e non pregiudica affatto la riuscita delle osservazioni. Ovviamente mettiamo subito al lavoro il Dobson, e questo è quanto siamo riusciti ad osservare durante la nostra prima notte namibiana:

Osservazioni 11 agosto 2023: effettuate tutte con Dobson Obsession 15″ f/4,5 e oculare Nagler 31 mm tranne Omega Centauri e NGC 6723, osservati anche con oculare Nagler 22 mm

  • NGC 4755 Scrigno dei Gioielli ammasso aperto Croce del Sud. È formato da stelle azzurre, tranne una che spicca invece per il suo colore arancione che però probabilmente non appartiene all’ammasso ma vi si trova sovrapposta soltanto per un effetto di prospettiva.
  • Omega Centauri ammasso globulare Centauro: è talmente grosso che riempie tutto il campo visivo dell’oculare da 31 mm!
  • Centaurus A NGC 5128 galassia spirale S0 Centauro: si vede benissimo la scura banda di polveri che la taglia a metà
  • NGC 5662 ammasso aperto Centauro
  • M 4 ammasso globulare Scorpione
  • M 7 Ammasso di Tolomeo ammasso aperto Scorpione
  • NGC 6723 ammasso globulare Sagittario
  • NGC 6726 – 6727 nebulosa a riflessione Corona Australe

Purtroppo non siamo riusciti ad andare avanti nelle osservazioni, perchè, incredibile ma vero, il cielo si è coperto praticamente tutto, e con questo voglio sfatare un mito: non è vero che alla Tivoli Astrofarm fa sempre bello! Esistono le nuvole anche lì. La cosa buffa però è che, a causa dell’inquinamento luminoso praticamente nullo, la Via Lattea si vedeva benissimo anche in mezzo alle nuvole: uno spettacolo decisamente inconsueto a cui dall’Italia non potremo mai assistere, a meno che un grosso asteroide non precipiti sulle nostre città più grandi, o che non avvenga un blackout che interessi tutta la penisola italiana…. Constatato che era impossibile stazionare gli astroinseguitori per fare le foto per presenza eccessiva di nuvole che ci impedivano di capire dove era esattamente il polo sud celeste, abbiamo deciso di andare a dormire, neanche troppo a malincuore per via della stanchezza legata al viaggio ma non senza prima aver lanciato il primo time lapse.

Osservando il cielo namibiano attraverso il Dobson da 20″ Fonte: Monica Civitenga

Il 12 agosto, più o meno a mezzogiorno, arrivano gli altri tre italiani di cui ci aveva parlato Reinhold il giorno precedente: tre ragazzi pugliesi, Cristian, Domenico e Saverio, amici astrofili di lunga data, che ben presto si rivelano di una simpatia unica: tutti pensiamo che dovevano fare i cabarettisti perchè tra di loro è un continuo farsi scherzi e tante, anzi tantissime risate. Parlando con loro, scopriamo che per l’acquisizione e l’elaborazione delle immagini astronomiche fanno un lavoro di squadra, perchè Saverio acquisisce, mentre Domenico e Cristian elaborano. Loro hanno noleggiato diversi osservatori già completi di tutto (telescopio, etc) e postazioni su cui invece mettere l’ottica che si sono portati da casa: che coraggio ad imbarcare attrezzature così delicate in aereo che poi non sai se e in che stato arrivano! Io già sudavo freddo al pensiero di imbarcare le reflex e tre obiettivi fotografici, che fortunatamente sono arrivati integri perchè erano dentro ai miei moon boot che sono belli imbottiti… oltre agli osservatori hanno affittato anche il fratello maggiore del nostro Dobson: l’Obsession 20″! La notte tra 12 e 13 agosto si rivela quella più bella e fredda del nostro soggiorno alla Tivoli Astrofarm: raggiungiamo una temperatura di 0°C (sì, proprio zero gradi!). Ricordo che che la Tivoli Astrofarm si trova in una zona praticamente sul tropico del Capricorno al confine con il deserto del Kalahari, e quindi gode di un clima tipicamente desertico: di giorno ci sono circa 25 / 30 °C, ma con un caldo secco, quindi non è umido come da noi in Italia, ovvero, detto in altre parole, il caldo si sente ma a parità di temperatura è molto più sopportabile che da noi. Di notte invece fa freddo come in Italia d’inverno, per cui occorre coprirsi molto bene: e questo me lo ricordo assai bene dalla scorsa gita alla Tivoli Astrofarm, quando rischiai il congelamento di un piede durante una sessione di osservazioni: avevo impiegato quasi un’ora per farlo tornare a temperature più normali… Quella notte il cielo è talmente limpido e cristallino che l’SQM segna 22,02 alle 3:26 del 13 agosto: è questo il vero cielo namibiano, è questa la notte vera, la notte buia più buia, e con un velo di tristezza penso ai nostri di cieli, ormai irrimediabilmente (e forse irreversibilmente) rovinati dall’inquinamento luminoso… probabilmente tanto tempo fa anche i nostri cieli erano bui come il cielo namibiano. Finalmente liberiamo il kraken, cioè il nostro bel Dobson da 15″, e lo mettiamo al lavoro, ecco le nostre osservazioni:

Osservazioni 12 agosto 2023: effettuate tutte con Dobson Obsession 15″ f/4,5 e oculare Nagler 31 mm tranne 47 Tuc, osservato anche con oculare Nagler 22 mm

  • 47 Tucanae NGC 104 ammasso globulare Tucano
  • Ammassi aperti dentro la Piccola Nube di Magellano
  • NGC 7552, NGC 7582, NGC 7590, NGC 7599 Quartetto di galassie a spirale della Gru: è un grazioso quartetto di galassie; come disposizione, tre ricordano un po’ il Tripletto del Leone mentre la quarta è appena più lontana.
  • NGC 7213 galassia a spirale Gru
  • NGC 7424 galassia a spirale Gru
  • NGC 1316 Fornax A galassia a spirale Fornace
  • NGC 2070 Nebulosa Tarantola nebulosa a emissione Dorado, dentro Grande Nube di Magellano: è qualcosa di incredibile, le screziature scure producono un interessante effetto quasi tridimensionale.
  • NGC 253 Galassia dello Scultore galassia a spirale Scultore
  • Helix Nebula NGC 7293 nebulosa planetaria Acquario; SQM 22,02 alle 3:26 del 13 agosto
  • M 42 – M 43 Grande Nebulosa di Orione nebulosa a emissione Orione
  • Pleiadi M 45 ammasso aperto Toro
  • M 78 nebulosa a riflessione Orione
  • M 31 galassia spirale Andromeda
  • M 32, M 110 galassie ellittiche Andromeda

Quello che ci ha impressionati dell’osservazione della nebulosa di Orione dalla Namibia, oltre al fatto che Orione sorge a testa in giù rispetto a quanto avviene in Italia, è che anche se è bassa (Orione da lì sorge attorno alle 5.00 durante l’inverno australe), grazie all’assenza di inquinamento luminoso, siamo in grado di apprezzarne una visione quasi fotografica: si vedono numerosi filamenti e dettagli fini, che dall’Italia semplicemente ci sogniamo. Con Davide e gli altri amici presenti siamo d’accordo che se il cielo è buono qualunque strumento regala osservazioni di prima qualità, anche un semplice binocolo.

Tra un’osservazione e l’altra riusciamo finalmente anche a partire con gli scatti a grande campo con l’astroinseguitore. Va bene, dobbiamo trovare la stella Sigma Octantis per lo stazionamento polare dell’astroinseguitore. Semplice no? Sotto un cielo così buio, anche se è di magnitudine 5, quindi appena visibile ad occhio nudo, figurati se ci vorrà tanto a beccarla, dai che nel giro di 5 minuti la troviamo, figurati se è così difficile! E invece… non appena guardo nel cannocchiale polare dell’astroinseguitore inizio a sudare freddo: aiuto, ci sono troppe stelline tutte ugualmente deboli, quale accidenti di queste sarà la Sigma Octantis? Penso di essere sbiancata, ma essendo buio tanto nessuno se ne è accorto. Mi metto gli occhiali da vista, e riesco a capire, almeno ad occhio nudo benchè a fatica, quale è: a causa di una lieve miopia, non riesco a distinguere bene dettagli piccoli e lontani, come appunto le deboli stelline nei dintorni del polo sud celeste, ma mi consolo pensando che il grande astronomo Keplero era miope pure lui. Anche Davide non è in grado di aiutarmi a stazionare al polo sud celeste, anche perchè lui non aveva mai visto prima il cielo australe. Alla fine però riesco a stazionare anche il suo astroinseguitore andando completamente a occhio: il risultato è soddisfacente perchè riesce a fare pose fino a 1 minuto prima che le stelle risultino troppo allungate. Decidiamo di buttarci a fotografare il primo soggetto che avevamo programmato prima della nostra partenza per la Namibia: la Croce del Sud e il Sacco di Carbone, una gigantesca nebulosa oscura visibile anche ad occhio nudo come una macchia più scura del fondo cielo senza stelle. Ah, fatto tutto questo lancio il secondo time lapse: stavolta si tratta della rotazione celeste attorno al polo sud celeste, è la notte ideale perchè non c’è neanche mezza nuvola, neanche a pagarla a peso d’oro: questo è importante perchè con le stesse immagini, elaborate diversamente, è possibile anche fare lo star trail, e se ci sono nuvole non si ottiene un bello star trail. Visto che però fa un po’ freddo, andiamo tutti a riscaldarci nell’Astrotreff, una sala comune dotata di una biblioteca astronomica fornitissima, di un divano molto comodo e di una cucina attrezzata con i fornelli e il microonde per prepararci un tè caldo, una tisana o un caffè. Tra i vari volumi della biblioteca trovo un atlante bellissimo con fotografie e disegni di come appaiono all’oculare diversi oggetti deboli come galassie, ammassi stellari etc: ciò può essere molto utile a riconoscere certi oggetti specialmente se non li si ha mai osservati prima al telescopio. Ad un certo punto però Morfeo decide di chiamarmi, e mi appisolo beatamente sul divano. Accidenti al divano comodo e a Morfeo che chiama, che associazione a delinquere ai danni dei poveri astrofili, poteva chiamarmi durante il volo… Mi sveglio di soprassalto più o meno dopo una mezzoretta, per cui decido che è meglio uscire e continuare con le osservazioni, e, già che ci sono e la nottata è bella, decido di acquisire scatti anche sulla Piccola Nube di Magellano, una galassia satellite della Via Lattea, che peraltro si vede benissimo ad occhio nudo; la Grande Nube di Magellano invece è più grande ma più debole. Ogni tanto passa dalla nostra postazione qualcuno dei nostri amici per scambiare due parole o farsi una risata, e viceversa. Attorno alle 3:00 del 13 agosto Davide va a dormire, mentre io, tra una cosa e l’altra, non vado a dormire prima delle 5:30 – 6:00: niente, non ce la faccio a decidermi ad andare a dormire, perchè non riesco proprio a staccare lo sguardo dal meraviglioso cielo stellato sopra di noi…

Il 13 agosto Davide riesce ad alzarsi relativamente presto, verso le 9:30: le 9:30 effettivamente è presto per i nostri standard di astrofili in trasferta astronomica in Namibia, specie se sono andati a dormire soltanto 3 ore prima come me. E infatti io mica mi alzo alle 9:30, mi alzo alle 11:00 ma solo perchè Davide mi ha bussato alla porta: se così non fosse avvenuto probabilmente sarei ancora là adesso a dormire come un sasso…

Dopo colazione / brunch / pranzo anticipato / merenda pranzoira, insomma chiamatelo come vi pare, ma avete capito, mi sto riferendo al pasto delle 11, andiamo a fare un giretto per la Tivoli Astrofarm: i bungalow, la zona ristorante, le postazioni osservative sono collegate tra loro da una rete di camminamenti di mattoni; alcune delle mattonelle sul bordo di questi camminamenti sono dipinte di bianco in modo che di notte, una volta che la vista si è abituata al buio, esse risaltino nell’oscurità indicandoci la strada, impedendoci così di perderci per la Tivoli Astrofarm.

Durante questi vagabondaggi senza meta per la Tivoli, ovviamente ne approfittiamo per scattare svariate foto e fare dei sopralluoghi per le inquadrature che poi ci serviranno di notte per le fotografie e i video notturni: per esempio Monica, videomaker per passione, è sempre alla ricerca costante di spunti per i suoi video. A proposito, se volete seguirla (e ne vale veramente la pena, ve lo posso assicurare!), trovate i suoi lavori qua su Vimeo. Nel pomeriggio si alza il vento, un ventaccio che temiamo porti via tutto: e in effetti capita quasi così, proprio col nostro Dobson: il vento fa cadere la parte truss e la cella del secondario a terra. Monica telefona a Davide, che pensa che sia uno scherzo, ma in realtà non è così: immediatamente ci precipitiamo alla nostra postazione: la parte superiore del Dobson è veramente caduta a terra! Per fortuna non si è rotto nè rovinato niente, e soprattutto Reinhold non ha visto nè sentito nulla, perchè abbiamo rimesso tutto perfettamente a posto appena prima che arrivasse: ci è mancato veramente poco che Reinhold ci desse in pasto ai leoni o che ci sperdesse nel deserto senza cibo nè acqua! Quasi sicuramente questo inconveniente è stato causato dal fatto che la sera prima abbiamo legato la cinghia che tiene fermo il telo copritelescopio troppo in alto, per cui il vento ha fatto effetto vela e buttato giù il telescopio. Da quel momento in poi abbiamo legato la cinghia molto più in basso, praticamente a terra, e questo inconveniente non si è più ripetuto fortunatamente. E, sempre da quel momento in poi, abbiamo introdotto la consuetudine del giro telescopio proprio per verificare che il telescopio fosse sempre in ordine, anche più volte al giorno. Per riprendermi da questa scioccante esperienza decido di lanciare il terzo time lapse, di giorno: il soggetto è uno dei mulini che tira su acqua dai pozzi, che si orienta in modo diverso a seconda della direzione del vento.

Tivoli Astrofarm 13 agosto 2023. Canon EOS 1300D + 50 mm f/1,8 chiuso a f/5,6 + Redpod
300 scatti da 1/1600 s a 100 ISO. Elaborazione: Darktable, GIMP, FFMpeg

La sera, poco prima di cena, ci siamo scatenati a ammirare e fotografare uno dei meravigliosi tramonti namibiani: come ho già avuto modo di osservare l’altra volta, alla Tivoli i tramonti sono brevi ma intensi: nel senso che il crepuscolo dura poco, ma i colori sono a dir poco stupendi, come potete constatare da queste foto, scattate peraltro con uno smartphone la cui fotocamera non è eccezionale.

Notare la presenza dei raggi crepuscolari! Si verificano quando la luce solare del Sole al tramonto, quindi molto basso sull’orizzonte, viene parzialmente bloccata da nubi o montagne molto lontane: queste ultime quindi proiettano delle ombre che appaiono come dei raggi più scuri che apparentemente convergono verso il Sole.

Dopo cena la cuoca ci ha chiesto chi voleva i panini per la notte: hanno risposto sì Cristian, Domenico e Saverio. La cosa divertente è come la cuoca ha scritto i loro nomi sui tovagliolini dei panini: Cristian è diventato Crisjan, Domenico Dom mentre Saverio è rimasto uguale, questo perchè la cuoca, poverina, non riusciva a capire alcuni suoni dell’italiano. Per par condicio noi non capivamo affatto quando parlava con l’altra cuoca, un’altra ragazza del posto: la loro lingua è alquanto impronunciabile e incomprensibile per noi italiani, perchè prevede anche degli schiocchi: non di un tipo, ma di ben cinque tipi diversi: si va dagli schiocchi superficiali a quelli più gutturali, e ovviamente ognuno ha un suo significato. Dopo cena e dopo aver aiutato Davide a stazionare l’astroinseguitore, come lui mi sono buttata su un’altra zona di cielo inaccessibile dall’Italia: quella attorno alla costellazione della Corona Australe, ricchissima di delicate nebulose oscure. Anche in questo caso pose da 1 minuto, non di più, perchè altrimenti le stelle risultavano troppo allungate. Anche le osservazioni visuali fra 13 e il 14 agosto sono state molto proficue, anche perchè ne abbiamo fatta qualcuna attraverso il Dobson Obsession 20″ noleggiato da Saverio, Cristian e Domenico. Questo il nostro bottino:

Osservazioni 13 agosto 2023: effettuate tutte con Dobson Obsession 15″ f/4,5 e oculare Nagler 31 mm tranne NGC 5286, osservato anche con oculare Nagler 22 mm

  • Eta Carinae nebulosa a emissione Carena
  • NGC 4755 Scrigno dei Gioielli ammasso aperto Croce del Sud
  • NGC 4833 ammasso globulare Mosca
  • NGC 4372 ammasso globulare Mosca
  • Omega Centauri ammasso globulare Centauro
  • M 13 ammasso globulare Ercole
  • NGC 5286 ammasso globulare Centauro
  • M 69 ammasso globulare Sagittario
  • M 70 ammasso globulare Sagittario
  • M 54 ammasso globulare Sagittario
  • M 55 ammasso globulare Sagittario
  • M 107 ammasso globulare Ofiuco
  • M 9 ammasso globulare Ofiuco
  • M 10 ammasso globulare Ofiuco
  • M 12 ammasso globulare Ofiuco
  • M 14 ammasso globulare Ofiuco
  • M 75 ammasso globulare Sagittario
  • M 8 Nebulosa Laguna nebulosa a emissione Sagittario
  • M 20 Nebulosa Trifida nebulosa a emissione/riflessione Sagittario
  • M 17 Nebulosa Omega nebulosa a emissione Sagittario
  • M 16 Nebulosa Aquila nebulosa a emissione Sagittario
  • NGC 2070 Nebulosa Tarantola nebulosa a emissione Dorado, dentro Grande Nube di Magellano
  • NGC 2516 ammasso aperto Carena
  • NGC 1647 ammasso aperto Toro

Osservazioni del 13 agosto effettuate tramite il Dobson Obsession 20″ dei tre ragazzi pugliesi:

  • Omega Centauri ammasso globulare Centauro
  • Centaurus A NGC 5128 galassia spirale S0 Centauro
  • NGC 7552, NGC 7582, NGC 7590, NGC 7599 Quartetto di galassie a spirale della Gru

In prima serata abbiamo deciso di fare un’osservazione comparativa di due ammassi globulari: il nostro M 13 e Omega Centauri, puntando prima uno poi l’altro subito dopo. Bè, questo paragone è finito in modo alquanto impietoso: Omega Centauri è più o meno il triplo di M 13! Come già detto sopra, Omega Centauri occupa tutto il campo visivo del Nagler da 31 mm! Ne abbiamo approfittato anche per osservare la nebulosa di Eta Carinae prima che tramontasse, essendo molto bassa sull’orizzonte. Anche stavolta facciamo una capatina all’Astrotreff, dove troviamo l’astrofilo israeliano seduto al pc: lui in pratica ha noleggiato un osservatorio completamente remotizzato e non esce mai a dare un’occhiata allo splendido cielo namibiano. Con gli altri ci domandiamo che senso allora ha la sua presenza alla Tivoli Farm, che cosa è venuto a fare: essendo un osservatorio remotizzato, poteva gestirlo tranquillamente anche da casa sua… rinunciamo a trovare una risposta, e ci diciamo che avrà avuto le sue buone ragioni per agire in questo modo. Dopo che Davide è andato a dormire, mi fermo ancora un po’ per osservare; ma in realtà è bello anche soltanto sedersi e ammirare il cielo ad occhio nudo, senza dover per forza osservare al telescopio. Durante una di queste contemplazioni estatiche della volta celeste, attorno alle 5:30 del 14 agosto mi accorgo della presenza di una debolissima lama di luce che sale obliqua dall’orizzonte nord est: è la luce zodiacale! Osservabile soltanto da un cielo molto buio quale è quello namibiano, si tratta essenzialmente della luce solare riflessa nello spazio dalle particelle di polveri interplanetarie nel Sistema Solare.

Il 14 agosto, parlando con Reinhold e sua moglie Kirsten, scopriamo che, quando non sono alla Tivoli, e cioè nei mesi tendenzialmente da dicembre a marzo, vanno a farsi dei viaggi o tornano in Germania a far visita ai loro parenti: da dicembre a marzo infatti è piena estate australe e quindi le notti sono le più brevi dell’anno, ragion per cui gli astrofili proprio non vanno. Mentre chiacchieriamo con loro, ci vengono incontro i loro due bei cagnoni di razza Rhodesian Ridgeback, la cui caratteristica saliente è la striscia di pelo sulla schiena che cresce in direzione opposta a quella del resto del mantello: si tratta di Tycho, il maschio, e Vela, la femmina. Si notino i loro nomi prettamente astronomici: Tycho sarebbe Tycho Brahe, il grande astronomo danese vissuto nella seconda metà del ‘500 che, oltre ad osservare una supernova in Cassiopea nel 1572, ideò un modello di universo a metà strada tra quello geocentrico e quello eliocentrico: in questo modello, la Terra era al centro dell’universo, mentre i pianeti giravano attorno al Sole, che a sua volta girava attorno alla Terra. Vela invece è la costellazione australe della Vela. I due cagnoni ci fanno compagnia anche mentre facciamo shopping: su un lato della capanna della zona ristorante c’è un piccolo negozietto che vende vari gadget e prodotti di artigianato locale, oltre a capi di abbigliamento marchiati Tivoli Astrofarm: decido di prendermi un berretto e la felpa, e ancora un berretto per un mio amico, mentre Davide prende il pile per lui e un nostro amico. Oltre ai cani incontriamo anche i tre gatti di Reinhold e Kirsten, che però non si lasciano tanto accarezzare, a differenza dei cani che invece sono coccoloni e anzi, rischiano di buttarci giù perchè si appoggiano con tutto il loro dolce peso di una quarantina di chili sulle nostre gambe…

Dopo cena e le ormai consuete tribolazioni con lo stazionamento al polo sud celeste dell’astroinseguitore, iniziamo le riprese di un soggetto che ci è tanto caro e che in realtà si potrebbe riprendere anche dalle nostre latitudini: la regione attorno alla stella Antares, quell’intrico spettacolare di nebulose coloratissime, oscure e luminose che, mentre per noi dall’Italia rimane sempre basso, lì dalla Tivoli Astrofarm è invece allo zenit, quindi nelle condizioni ideali per fotografarlo. Ah, dimenticavo: troverete le astrofoto in fondo a questo resoconto assieme alle gallerie fotografiche e al video. I dati tecnici delle astrofoto invece saranno linkati in pagine diverse. In seconda serata, diciamo dopo l’1:00, acquisisco invece le immagini della Grande Nube di Magellano, oltre a far partire un nuovo time lapse, che stavolta ha come inquadratura le tre palme vicine a uno dei bungalow e all’Astrotreff: grazie a Monica per l’ottimo suggerimento! Anche stavolta ci portiamo a casa un po’ di osservazioni visuali, e finalmente riusciamo ad osservare anche 47 Tucanae, un bellissimo ammasso globulare di forma leggermente ellittica caratterizzato da un nucleo piuttosto condensato. Buttiamo l’occhio, o meglio il telescopio, anche dentro la Grande Nube di Magellano: è davvero impressionante la quantità gigantesca di ammassi stellari aperti al suo interno! Ce ne sono talmente tanti da perdersi, dopo poco infatti diventa alquanto difficile, se non addirittura impossibile, riuscire a tenere traccia esattamente del nome o numero di catalogo di ognuno di essi. A proposito della Grande Nube di Magellano, si tratta dell’altra galassia satellite della Via Lattea, e rispetto alla Piccola Nube appare più grande ma più debole; a prima vista, una persona disattenta potrebbe scambiarla tranquillamente per una nuvola.

Osservazioni 14 agosto 2023: effettuate tutte con Dobson Obsession 15″ f/4,5 e oculare Nagler 31 mm

  • Omega Centauri ammasso globulare Centauro
  • Centaurus A NGC 5128 galassia spirale S0 Centauro
  • IC 2602 Pleiadi del sud ammasso aperto Carena
  • NGC 3766 ammasso aperto Centauro
  • NGC 6357 ammasso aperto Scorpione
  • NGC 6822 Galassia di Barnard galassia irregolare Sagittario
  • NGC 6823 ammasso aperto Volpetta
  • NGC 6334 Nebulosa Orma di Gatto nebulosa a emissione + ammasso aperto Scorpione
  • NGC 6302 Bug Nebula nebulosa planetaria Scorpione
  • NGC 411, NGC 422 ammassi aperti Tucano
  • NGC 362 ammasso globulare Tucano
  • 47 Tucanae NGC 104 ammasso globulare Tucano
  • NGC 121 ammasso globulare Tucano
  • M 7 Ammasso di Tolomeo ammasso aperto Scorpione
  • NGC 6541 ammasso globulare Corona Australe
  • NGC 6496 ammasso globulare Scorpione
  • NGC 6397 ammasso globulare Altare
  • NGC 6744 galassia a spirale Pavone
  • NGC 6752 ammasso globulare Pavone
  • NGC 6872 galassia a spirale Pavone
  • NGC 6876 galassia ellittica Pavone
  • NGC 6880 galassia a spirale Pavone
  • M 42 – M 43 Grande Nebulosa di Orione nebulosa a emissione Orione
  • NGC 2070 Nebulosa Tarantola nebulosa a emissione Dorado, dentro Grande Nube di Magellano
  • NGC 7009 Saturn Nebula nebulosa planetaria Acquario
  • M 73 ammasso aperto Acquario

Osservazioni del 14 agosto effettuate tramite il Dobson Obsession 20″ dei tre ragazzi pugliesi:

  • NGC 3766 ammasso aperto Centauro
  • NGC 2516 ammasso aperto Carena

Il 15 agosto noi italiani ci alziamo tutti di ottimo umore: è Ferragosto, dai che stasera per cena preparano una grigliata in nostro onore! Con aria indifferente, dopo il cake time, ogni tanto ci avviciniamo alla zona ristorante con la speranza di vedere i preparativi tipici per allestire un barbecue. Ma niente, almeno per ora… intanto andiamo dal nostro amico Carlo Sarzi che sta trafficando in osservatorio: ha noleggiato l’Acquarius Observatory, dotato di montatura Astrophysics Mach 1 e ottica Takahashi FSQ 106/530. Durante la precedente notte, una scarica elettrostatica gli ha fuso il regolatore della flat box, che quindi non si accende: il nostro amico è disperato, ma alla fine tramite un accrocchio e l’intervento di Reinhold fortunatamente riesce a ripararla. Andiamo anche a fare visita all’altro Carlo detto Astrogufo nel suo osservatorio, il Virgo Observatory, equipaggiato di montatura Astrophysics 1200 GTO e astrografo 130/520. Infine passiamo anche da Frank, che invece ha noleggiato la colonnina settentrionale dotata di corrente elettrica: lui si è portato la montatura Celestron CGE e il Newton ASA 10″ 254/900. Questa colonnina si trova vicino al nostro bungalow Kopernikus. A proposito della corrente elettrica, per i futuri “tivolisti” (ovvero gli astrofili che vanno alla Tivoli Astrofarm) segnalo che la tensione è esattamente uguale alla nostra, quindi 220 V – 230 V, ma in Namibia usano la presa di tipo M, cioè una presa a tre poli a sezione circolare, di cui uno è la terra, come nella foto qui sotto che vi lascio per darvi un’idea. I relativi adattatori si trovano su Amazon; io per esempio ho preso questo.

Attenzione che gli adattatori per le prese inglesi non vanno bene, perchè queste ultime sono a sezione squadrata! Ritorniamo ancora una volta in zona ristorante, ma ahimè non c’è nessuna traccia di preparativi per la grigliata: niente, evidentemente in Namibia non usano festeggiare il Ferragosto nè con una grigliata nè con altro… a cena però lo facciamo presente a Reinhold, che ci promette di prepararcela la sera seguente. Purtroppo dopo cena il cielo si copre, per cui a malincuore non possiamo fare le nostre osservazioni o fotografare qualche soggetto astronomico: dopo aver chiacchierato un pò al ristorante e dopo all’Astrotreff andiamo a dormire.

Il 16 agosto è il compleanno di Monica. Ad un certo punto, tra le tante telefonate di auguri, ne riceve una da Patrizia Besenval: è una nostra amica astrofila visualista, tivolista anche lei con me l’altra volta. Scopriamo che è anche il suo compleanno, e ogni anno lei e Monica si scambiano sempre gli auguri. Dopo il brunch io e Davide iniziamo a elaborare una delle sue astrofoto: essendo i singoli scatti ottenuti con una Canon full frame, risultano file piuttosto pesanti, e il mio computer fa parecchia fatica e farne la somma. Risultato? Questa lunga elaborazione si conclude quando ormai è ora di cena, quindi circa 6 ore dopo… da quel momento in poi ho detto a Davide che per le elaborazioni delle sue foto dovrà farsi aiutare da un altro nostro amico astrofilo che ha un computer molto potente… con nostra grande gioia scopriamo che per cena è prevista la grigliata: poco prima del tramonto notiamo con piacere che finalmente sono iniziati i preparativi! Dopo aver disposto delle sedie di campeggio attorno al fuoco, le cuoche ci portano un aperitivo molto sfizioso: tramezzini con insalata russa e altri stuzzichini buonissimi.

I preparativi per la tanto attesa grigliata

Il Sole intanto tramonta, e noi nel frattempo ci sediamo attorno al tavolo del ristorante. Finalmente viene il momento di assaggiare dell’ottima carne namibiana: è molto saporita, ed è carne proveniente da alcune antilopi tipiche namibiane come per esempio springbok e orice. Detto in altre parole: la pace dei sensi! Dopo aver mangiato come se non ci fosse un domani, visto che (finalmente) disponiamo di una notte serena, ci precipitiamo al telescopio, e questo è quello che riusciamo ad osservare:

Osservazioni 16 agosto 2023: effettuate tutte con Dobson Obsession 15″ f/4,5 e oculare Nagler 31 mm

  • NGC 6334 Nebulosa Orma di Gatto nebulosa a emissione + ammasso aperto Scorpione
  • NGC 5189 Spiral Planetary Nebula nebulosa planetaria Mosca
  • NGC 4945 galassia a spirale Centauro
  • NGC 4976 galassia ellittica Centauro
  • NGC 5617 ammasso aperto Centauro
  • Tr 22 ammasso aperto Centauro
  • Lynga 2 ammasso aperto Centauro
  • NGC 5715 ammasso aperto Compasso
  • NGC 5662 ammasso aperto Centauro
  • NGC 5823 ammasso aperto Compasso
  • NGC 6752 ammasso globulare Pavone
  • NGC 6755 ammasso aperto Aquila
  • NGC 6397 ammasso globulare Altare
  • M 72 ammasso globulare Acquario
  • NGC 7006 ammasso globulare Delfino

Osservazioni del 16 agosto effettuate tramite il Dobson Obsession 20″ dei tre ragazzi pugliesi:

  • Omega Centauri ammasso globulare Centauro
  • Centaurus A NGC 5128 galassia spirale S0 Centauro
  • NGC 6334 Nebulosa Orma di Gatto nebulosa a emissione + ammasso aperto Scorpione

Da notare che quasi tutte le sere io e Davide decidiamo di aprire le osservazioni con Omega Centauri, talmente è bello: lo osserviamo anche attraverso il Dobson Obsession 20″ dei tre ragazzi pugliesi assieme alla nebulosa Orma di Gatto: altro oggetto che dall’Italia rimane sempre basso, ma dalla Namibia è al top delle sue condizioni di osservabilità.

Il 17 agosto io, Davide, Carlo Rocchi e Andrea ci alziamo molto presto: alle 6:30 partiamo per un safari fotografico: la meta è una farm a un’oretta di macchina dalla Tivoli Astrofarm il cui titolare è un amico di Reinhold e Kirsten. Durante il tragitto, Reinhold ci spiega che in Namibia, oltre ai parchi e alle riserve naturali nazionali, ci sono anche tante riserve private, tipicamente gestite da fattorie che, all’attività di allevamento tradizionale, affiancano anche la conduzione di giri guidati all’interno dei loro confini in cui sono presenti anche svariati animali erbivori, come vari tipi di antilopi come springbok, stingbok, orici, kudu, impala, oltre a gnu e giraffe. Quando arriviamo in prossimità di iquesta fattoria, Reinhold ci invita a scrutare fuori dal finestrino sinistro della macchina, perchè è probabile che riusciamo a scorgere qualche giraffa. Ci spiega anche che in Namibia, ma non solo, purtroppo c’è il problema del bracconaggio ai danni degli animali di fattorie e riserve, che causa gravi danni sia alla fauna che danni economici agli stessi gestori delle riserve: nonostante in Namibia si rischi grosso a varcare i confini di una proprietà privata (chi fa così rischia di essere preso a fucilate, esattamente come negli Stati Uniti), purtroppo questo non basta a scoraggiare i cacciatori di frodo. Quando scendiamo dalla macchina, l’aria è frizzante, e constatiamo che abbiamo fatto bene a vestirci pesanti: anche perchè ci aspetta l’amico di Reinhold con un robusto pick-up, il cui rimorchio, rigorosamente scoperto, è attrezzato con delle panche, quindi noi quattro durante tutto il safari saremo all’aperto. Mentre Reinhold prende posto nell’abitacolo per parlare con il suo amico, noi quattro prepariamo le macchine fotografiche e saliamo sul rimorchio. Il nostro autista si diverte come un matto a passare sotto alberi con rami bassissimi che quasi ci sfiorano per cui bisogna prontamente abbassarsi per evitare di farsi male, oppure a prendere le piste più sconnesse possibili al che ci sembra di essere sulle montagne russe anzichè a un safari fotografico in Africa, e ad ogni sobbalzo rischiamo di finire catapultati fuori dal rimorchio. Però ne vale veramente la pena, riusciamo a vedere un sacco di animali; più o meno a metà del safari facciamo una pausa in cima ad una altura per fare uno spuntino, e per chi vuole sgranchire le gambe. E naturalmente ne approfittiamo per bere anche un po’ d’acqua: essendo il clima molto secco sentiamo proprio la necessità di bere molta più acqua del solito; nonostante questo però ci rendiamo conto che la pelle specialmente delle mani è molto secca, ma questo inconveniente temporaneo rientrerà non appena rientreremo in Italia. Riusciamo anche a vedere una coppia di giraffe, un maschio e una femmina, prima da lontano poi più da vicino: sono veramente bellissime, e ci guardano incuriosite senza muoversi dalla loro posizione, quasi come se avessero voluto mettersi in posa apposta per noi.

Kudu
Struzzo
Gnu
Springbok
Steenbok
Avvoltoio
Giraffa
Blesbok
Impala
Alcune delle mucche del gestore della riserva/fattoria amico di Reinhold
Babbuino

Rientriamo alla Tivoli Astrofarm giusto in tempo per il brunch. Il pomeriggio trascorre tranquillamente, tranne che al cake time troviamo una torta che subito non ci ispira perchè non è bella cioccolatosa come quella del primo giorno, e infatti rimarrà lì per tre giorni; al terzo giorno siamo praticamente costretti a mangiarla tutta perchè è l’unica torta, ma alla fine poi non si rivela così male. Dopo cena, dalla nostra postazione osservativa, vediamo una imponente ma debole lama di luce a sinistra della Via Lattea: si tratta nuovamente della luce zodiacale, che risulta ancora più luminosa di quella dell’alba: lo spettacolo è bellissimo, anche perchè la luce zodiacale è praticamente luminosa come la Via Lattea, è veramente qualcosa di incredibile, mai visto prima! Ovviamente non possiamo non fotografare questa meraviglia, e questo è quello che riesco ad ottenere [cliccate sulla foto per vedere anche altre foto della luce zodiacale]:

Anche per questa nottata osserviamo un po’ di oggetti, oltre all’ormai immancabile Omega Centauri:

Osservazioni 17 agosto 2023: effettuate tutte con Dobson Obsession 15″ f/4,5 e oculare Nagler 31 mm

  • Eta Carinae nebulosa a emissione Carena
  • IC 2602 Pleiadi del sud ammasso aperto Carena
  • NGC 3532 ammasso aperto Carena
  • Omega Centauri ammasso globulare Centauro
  • 47 Tucanae NGC 104 ammasso globulare Tucano
  • NGC 121 ammasso globulare Tucano
  • PGC 260239 galassia Tucano dentro la Piccola Nube di Magellano
  • NGC 152, NGC 176, NGC 269, NGC 256, NGC 265 ammassi aperti Tucano
  • NGC 6960 Velo del Cigno resto di Supernova Cigno
  • NGC 7213 galassia a spirale Gru
  • IC 5170 galassia a spirale Gru
  • NGC 288 ammasso globulare Scultore
  • NGC 253 Galassia dello Scultore galassia a spirale Scultore
  • IC 1558 galassia a spirale Scultore
  • M 79 ammasso globulare Lepre; SQM 22,07 ore 2:54; SQM 22,00 ore 2:56 del 18 agosto

Lanciamo anche gli scatti sulla Pipe Nebula, una nebulosa oscura visibile in piena Via Lattea, che già si intravede ad occhio nudo. In seconda serata rilancio le acquisizioni sulla Grande Nube di Magellano: con mio sommo disappunto, mi sono accorta che le immagini acquisite il 14 agosto risultano sfocate e le stelle purtroppo non sono puntiformi, ma sono dei palloni indecenti: accidenti, mi tocca rifarle! Stavolta però controllo almeno 10 volte che la messa a fuoco sia ottimale: fortunatamente è così, per cui lancio la nuova sequenza di scatti che andrà avanti per almeno un paio di ore.

Notare i valori incredibili di SQM, diverse volte sopra 22!

SQM 18 agosto 2023 ore 2:54, valore record registrato da me . Ma un’altra sera l’SQM di Carlo Rocchi “Astrogufo” ha segnato addirittura 22,12!

Il 18 agosto si apre, per me, con una serie di chiamate perse da uno strano numero telefonico: controllando su Internet, scopro che si tratta del numero di telefono della TAAG Angola Airlines, la compagnia aerea di bandiera dell’Angola, un po’ come se fosse la vecchia Alitalia per noi: provo a rispondere, ma la linea cade subito. Provo a richiamare ma nulla. Boh, vorranno ricordarci di fare il check-in per i voli di ritorno, che in effetti non abbiamo ancora fatto. Le chiamate della TAAG terminano, ma io e Davide rimaniamo con l’interrogativo del perchè di queste telefonate da parte della compagnia aerea.

Ad ogni modo è finalmente il giorno della gita alle dune: memore dell’entusiasmante esperienza dell’altra volta, decido di rifarla. Il posto in cui andiamo è una duna a circa mezzoretta di macchina dalla Tivoli Astrofarm, la prima di una serie di una ventina di dune di sabbia rosse parallele le une alle altre. Questa duna un tempo rientrava nella proprietà di Reinhold, ma lui poi l’ha ceduta a un suo vicino pochi anni fa, e quindi gli deve chiedere il permesso per poter accedere. Stavolta i partecipanti sono tutti gli italiani tranne Saverio, Domenico e Cristian, oltre a Thon, Frank e Reinhold. Io, Davide, Carlo Rocchi, Carlo Sarzi e Frank siamo sul pick up, e ci becchiamo tutta l’aria della sera, che inizia ad essere fresca.

Durante il tragitto Reinhold ad un certo punto rallenta per farci notare due kudu poco lontani. Arriviamo alla duna più o meno attorno alle 18, in tempo utile per allestire il tutto: le sedie da campeggio, ovviamente rivolte nella direzione in cui a breve tramonterà il Sole, e il tavolino con un ricco e sfizioso aperitivo: sono infatti presenti dei tomini di capra che a me ricordano un po’ i tomini al verde tipici della cucina piemontese, delle olive, patatine, peperoncini dolci ripieni, degli affettati tipici namibiani a base di carne di orice e un manzo (beef) tipico della Namibia, oltre a degli stecchini di carne essiccata di sprinbok e dei salami.

Nel frattempo il Sole tramonta: ammirare il tramonto sul deserto è qualcosa di unico, perchè la luce solare viene riflessa dalle dune di sabbia color mattone, il che conferisce al panorama circostante colori caldi bellissimi.

Rimaniamo lì ancora un momento, poi attorno alle 18:30 smontiamo e recuperiamo tutti gli equipaggiamenti e ripartiamo per la Tivoli Astrofarm. Ormai è buio, e durante il viaggio del ritorno, che faccio sempre sul pick-up scoperto, sperimento una particolare sensazione: visto che l’orizzonte attorno a noi è piatto per centinaia di chilometri e lo sguardo può vagare a perdita d’occhio e non c’è inquinamento luminoso, ho come l’impressione che la volta celeste sopra di noi sia molto più alta rispetto a come appare dall’Italia. Visto che siamo in tanti ad aver partecipato alla gita sulla duna, eccezionalmente la cena stasera è alle 19 anzichè alle 18.15. Prima di procedere però Reinhold ci chiede un momento di silenzio e attenzione perchè la cuoca vuole spiegarci il menù della cena nella sua lingua: come accennavo più sopra, ovviamente non capiamo nulla, perchè la sua lingua nativa comprende anche degli schiocchi di diverso tipo: tanto per darvi un’idea guardate questo video:

Fonte: Andrea Bavaro

Dopo cena iniziamo le osservazioni; complici la stanchezza che inizia a farsi sentire e il divano dell’Astrotreff che induce nella (pericolosissima) tentazione di cadere tra le braccia di Morfeo, il nostro bottino osservativo è abbastanza misero, però comprende diverse galassiette molto carine (e qui penso ai miei amici astrofili visualisti, semplicemente si divertirebbero un sacco a osservare il cielo australe):

Osservazioni 18 agosto 2023: effettuate tutte con Dobson Obsession 15″ f/4,5 e oculare Nagler 31 mm

  • Omega Centauri ammasso globulare Centauro
  • NGC 7331 galassia a spirale Pegaso
  • Quintetto di Stephan NGC 7320, NGC 7318B galassie a spirale, NGC 7317, NGC 731A galassie ellittiche Pegaso
  • 47 Tucanae NGC 104 ammasso globulare Tucano
  • NGC 2070 Nebulosa Tarantola nebulosa a emissione Dorado, dentro Grande Nube di Magellano
  • NGC 7552, NGC 7582, NGC 7590, NGC 7599 Quartetto di galassie a spirale della GruI

Il 19 agosto è la nostra ultima giornata intera alla Tivoli Astrofarm: purtroppo ci tocca iniziare a pensare a preparare nuovamente le valigie in vista del viaggio di ritorno. Per non pensarci troppo, chiediamo a Thon se ci fa vedere il suo osservatorio: noi pensavamo avesse noleggiato strumentazione non troppo impegnativa, perchè Thon ha più di 80 anni e magari non voleva affaticarsi troppo, nonostante sia un vecchietto arzillo che va ancora in giro, benchè si appoggi a due bastoncini telescopici … e invece scopriamo che ha affittato il Drebach South Observatory: quando entriamo troviamo un imponente astrografo Newton 16″ f/3.6 sostenuto da una altrettanto imponente montatura ASA DDM85 e dotato di una camera CCD Moravian G4 16000 con filtri Baader Planetarium LRGB, H-Alfa, OIII e SII. Noi astrofili più giovani ci guardiamo con sommo stupore: Thon ci ha dato una bella lezione di umiltà, e ci spiega con dovizia di particolari e una certa fierezza come funziona il tutto. Tra l’altro, parlando con lui, scopriamo anche che in gioventù era un maratoneta… Kirsten e Reinhold poi ci raccontano che lui ogni anno da più di 10 anni affronta da solo il viaggio per andare alla Tivoli Astrofarm: gli facciamo i complimenti, perchè non conosciamo molte persone anziane così in gamba come lui!

Thon ci svela i segreti del suo osservatorio

Reinhold ci raccomanda di goderci l’ultima notte alla Tivoli: nonostante sia l’ultima, si rivela assai proficua perchè finalmente riesco ad osservare, tra gli altri oggetti, la galassia NGC 247 nella Balena, che avevo provato più volte a puntare nelle notti precedenti ma senza risultato: è una galassia molto simile alla galassia dello Scultore NGC 253, da cui peraltro non è neanche troppo lontana, e dalla Tivoli Astrofarm è bella alta sull’orizzonte. Sono soddisfatta perchè riesco anche ad osservare un paio di nebulose planetarie che mi erano sempre sfuggite in precedenza:

Osservazioni 19 agosto 2023: effettuate tutte con Dobson Obsession 15″ f/4,5 e oculare Nagler 31 m

  • Omega Centauri ammasso globulare Centauro
  • M 13 ammasso globulare Ercole
  • Lambda Centauri Cluster ammasso aperto Centauro
  • Centaurus A NGC 5128 galassia spirale S0 Centauro
  • NGC 6144, M 4, M 80 ammassi globulari Scorpione
  • M 19, M 62, NGC 6342, M 9, NGC 6356 ammassi globulari Ofiuco
  • NGC 6309 Box Nebula nebulosa planetaria Ofiuco
  • NGC 6445 Crescent Nebula nebulosa planetaria Sagittario
  • NGC 6440 ammasso globulare Sagittario
  • Eta Carinae nebulosa a emissione Carena
  • 47 Tucanae NGC 104 ammasso globulare Tucano
  • NGC 121 ammasso globulare Tucano
  • NGC 7552, NGC 7582, NGC 7590, NGC 7599 Quartetto di galassie a spirale della Gru
  • M 30 ammasso globulare Capricorno
  • M 22 ammasso globulare Sagittario
  • NGC 6822 Galassia di Barnard galassia irregolare Sagittario
  • Little Gem Nebula NGC 6818 nebulosa planetaria Sagittario
  • M 57 nebulosa planetaria Lira
  • NGC 55, NGC 253 galassie a spirale Scultore
  • NGC 247 galassia a spirale Balena
  • NGC 288 ammasso globulare Scultore

Il rientro in Italia

Un capitolo a parte merita il racconto del rientro in Italia. Il 20 agosto partiamo dalla Tivoli alle 11:30 con l’idea di prendere il volo delle 15:30, il Windhoek – Luanda – Madrid – Milano Linate, in modo da fare il check-in e tutto il resto con calma. Ma quando ci mettiamo in coda per il check-in, davanti a noi ci sono già parecchie persone, e temiamo di non riuscire a fare il check-in tempo utile e conseguentemente di perdere il volo. Guardando i tabelloni luminosi in aeroporto, ci accorgiamo che alcuni voli sono stati cancellati. Un vago senso di inquietudine inizia ad aggirarsi anche tra gli altri passeggeri in attesa di imbarcarsi sul nostro stesso volo: ormai è veramente tardi, c’è parecchia gente davanti a noi, ma le pratiche di imbarco sono tutte ferme, in ben due ore avanziamo soltanto di un metro. Finchè ad un certo punto anche il nostro volo viene cancellato. Andiamo subito all’ufficio dei servizi di terra dell’aeroporto, spiegando quello che ci è successo: la risposta non è 42, ma “Please wait” (“Per favore aspettate”), che scopriremo presto diventerà il nostro mantra per i due giorni seguenti. Con noi ci sono anche altri due italiani, Simone e Martina. E va bene, aspettiamo… Davide e altri passeggeri si arrabbiano perchè loro avrebbero avuto impegni già il 22 agosto; in realtà anche io dovevo fare un lavoro che ovviamente salta, fortuna che riescono a sostituirmi con un’altra persona. Ad un certo punto una signora ci comunica che “Please wait, ora dovete aspettare che la compagnia aerea vi trovi degli alberghi per dormire stanotte a Windhoek e organizzi gli autobus per portarvi là”: inizia così un lungo arco di tempo in cui, col trascorrere delle ore, vediamo l’aereoporto svuotarsi progressivamente, finchè poco dopo le 23 rimaniamo soltanto noi, assieme al resto del nostro gruppo di sventurati a cui la compagnia aerea ha cancellato il volo; attorno alle 23:30 finalmente ci portano la cena direttamente in aereoporto: riso basmati e alette di pollo con salsa piccante. Ancora please wait, ovviamente la TAAG ha i suoi tempi biblici prima di darci notizie su quando potremo ritornare a casa… ad ogni modo, poco dopo aver cenato, finalmente arrivano gli autobus che ci portano agli alberghi in cui trascorreremo la notte. Nel caso del nostro gruppo siamo più o meno una trentina, e ci recupera un autista che evidentemente è un autista di linea, quindi il percorso che fa è sempre lo stess e ovviamente lui non conosce le posizioni di tutti gli alberghi in cui ci deve portare a Windhoek. Quindi lui cosa fa? Telefona al primo hotel in cui deve lasciare alcuni di noi, gli dice “Ok, io sono qui, che strada devo fare per arrivare da voi?” quind in circa mezzoretta arriviamo a Windhoek a bordo di un autobus piuttosto scassato: lascio a voi immaginare i rumori poco rassicuranti provenienti dal motore, e quelli altrattanto da film horror della frizione che sembrava doverci abbandonare da un momento all’altro. Nonostante le indicazioni ricevute dall’hotel, il nostro autista sbaglia strada, per cui sperimentiamo l’ebbrezza di una bella inversione a U in mezzo a una via di Windhoek all’1:00 di notte: a quell’ota lì per fortuna non c’è molto traffico, ma in compenso Windhoek è piena di criminalità: e infatti notiamo che davanti ai cancelli di vari hotel ci sono le guardie armate di mitra. Le persone assegnate al primo hotel finalmente possono godersi il meritato riposo. L’autista telefona al secondo hotel: “Ok, io sono qui, che strada devo fare per arrivare da voi?” e così raggiungiamo il secondo hotel, dove altri del gruppo finalmente possono andare a dormire, stavolta però non sbagliamo strada. Fa la stessa telefonata anche al terzo hotel che è quello assegnato a me e Davide, agli altri due italiani e al resto del gruppo più grosso di sventurati, in cui ci sono degli spagnoli, un inglese, una portoghese e un filippino. Viste le premesse, temiamo di vagare per Windhoek come anime danante per l’eternità, ma per fortuna i due ragazzi italiani hanno un’idea geniale: e se facessero vedere noi la strada all’autista con Google Maps? Al che Martina gli chiede l’indirizzo preciso dell’hotel in cui dobbiamo andare e lo inserisce nel navigatore. L’autista all’inizio è sospettoso, prende addirittura in mano il telefono di Martina per rendersi conto… Ma quando capisce il meccanismo di Google Maps, la sua espressione cambia ed esclama “IT’S WONDERFUL, IT’S MAGIC!!!” Tutti noi possiamo leggere a caratteri cubitali lo stupore immenso sul suo viso: è come un bimbo piccolo che si meraviglia del mondo e scopre le cose per la prima volta! Penso che mi ricorderò finchè campo la sua espressione quando ha scoperto la magia di Google Maps, non solo io ma tutti gli altri passeggeri dell’autobus. Il nostro autista in effetti non conosceva Google Maps, non l’aveva mai visto prima… a questo seguono le nostre facce altrettanto allibite quando scopriamo che nel 2023 c’è ancora qualcuno che non utilizza Google Maps. Così finalmente riusciamo ad arrivare al nostro hotel che è l’Heinitzburg ed è stato ricavato da un castello; finalmente all1:30 di notte riusciamo ad andare a dormire. Il mattino dopo, durante la colazione, ci rendiamo conto che si tratta di un hotel molto lussoso, da cui si gode un’ottima vista su Windhoek:

In teoria avremmo compresi nel budget soltanto pernottamento e prima colazione, ma per ripicca verso la TAAG che ci ha cancellato il volo, ci fermiamo anche per pranzo, prendendo ovviamente i piatti più costosi, tanto paga la compagnia aerea. La giornata trascorre tra attese di notizie dalla compagnia aerea, chiacchiere e incazzature su vari livelli: il malcontento aumenta, visto che scopriamo che neanche il 21 agosto riusciremo a partire, quindi dovremo fermarci a dormire ancora una notte a Windhoek. E tra l’altro scopriamo anche che non dormiremo di nuovo nello stesso hotel, perchè risulta pieno nella notte tra il 21 e il 22 agosto: nel pomeriggio un autista più serio del precedente ci prende e ci porta in un altro hotel, l’Auas City Hotel, meno lussuoso del precedente ma comunque pulito e decoroso. Anche qui avremmo compresi soltanto pernottamento e prima colazione del giorno dopo, ma ovviamente ci fermiamo anche per la cena, tanto anche qui pagherà la TAAG. Molto probabilmente la TAAG si ricorderà di noi in futuro, e non mi stupirei di leggere fra qualche tempo una notizia relativa al suo fallimento…

Il 22 agosto finalmente riusciamo a partire: il nostro volo è alle 15:30. Quasi non ci sembra vero! Atterriamo a Luanda, la capitale dell’Angola, più o meno dopo due orette. Dobbiamo andare al gate 4, da cui prenderemo il volo per Madrid. Seguendo pedestrialmente le indicazioni per il gate 4 arriviamo… al ristorante. Va bè, ci sarà un corridoio che prosegue oltre, e poi troveremo questo gate 4. Ma in realtà oltre non c’è nulla: dove accidenti è questo gate 4? Alla fine, chiedendo a diverse persone, scopriamo che il gate 4 è proprio a fianco del ristorante: ovvero un corridoio anonimo, con delle scale in fondo che poi dovremo scendere, e lì finalmente troveremo il gate vero e proprio. Certo che è proprio strano questo gate 4: ipotizzo che originariamente non c’era, e che quella zona lì dell’aereoporto aveva tutt’altra destinazione d’uso… poi ad un certo punto ne hanno avuto bisogno, e l’hanno ricavato da un luogo a caso, appunto il corridoio accanto all’area ristorante: rinunciamo a porci ulteriori domande… finalmente giunge l’ora di imbarcarci sul volo per Madrid: gli addetti leggono le nostre carte di imbarco tramite l’apposito apparecchio, poi arrivano alla mia: bip bip bip, bip bip bip. Accidenti, la carta di imbarco non viene letta! La signora del gate mi fa aspettare da una parte; ma vedo che sono in ottima compagnia, perchè la stessa cosa capita anche ad una trentina di altre persone oltre a me. La signora del gate sbianca, anche se è una persona di colore, e allora chiama un suo collega: ci ristampano queste benedette carte di imbarco: dai che finalmente riusciamo a rientrare a Madrid! Tutti contenti, finalmente ci portano all’aereo: ci fanno salire su un autobus, che fa un bel giro ampio per la pista, per poi depositarci ai piedi di un Boeing 737… che praticamente era vicinissimo al gate 4: avremmo potuto andarci a piedi! Ma evidentemente in Angola bisogna pur far passare in qualche modo il tempo a questi poveri dipendenti dell’aereoporto, che se no si annoiano. Tutta felice, mi siedo al mio posto, il 19D. Dopo qualche minuto mi si avvicina un signore, a cui hanno assegnato il posto 19D: il mio stesso posto! Ci guardiamo allibiti: evidentemente, quando ci hanno ristampato le carte di imbarco, nella concitazione quei disgraziati della compagnia aerea non hanno controllato che i nostri posti nuovi non fossero già stati assegnati o meno. Alla fine si trova una soluzione: io rimango lì mentre il signore viene accompagnato in cabina di pilotaggio, dove c’era un posto in più. Ma la catena delle nostre disavventure con TAAG non è ancora finita: una signora qualche posto davanti a me a sinistra si accorge che il suo sedile è ballerino, e ovviamente così è pericoloso volare: allora chiamano un tecnico dell’aereoporto, che si prodiga per aggiustare questo sedile. Ma indovinate come lo ha riparato? Vi giuro che non ci crederete, se vi dico che lo ha riparato… con il nastro isolante da elettricista! Sì, proprio il nastro adesivo grigio degli elettricisti! Con gli altri passeggeri ci guardiamo non allibiti, ma di più. Ormai il menu delle disavventure che ci ha proposto la TAAG in soli due giorni è talmente ampio che la buttiamo sul ridere: probabilmente abbiamo sperimentato il 99% del campionario di disagi che può arrecare una compagnia aerea, a questo punto nulla ci potrà più scalfire… alla fine riusciamo a decollare e arriviamo a Madrid, da cui prendiamo il volo per Milano Linate. Ma qui ci aspetta l’ultimo colpo di coda di queste disavventure, per fortuna di lieve entità: l’aereo arriva in ritardo e ci cambiano il gate di imbarco, ma almeno qui ce lo hanno comunicato via email.

Conclusioni

  • Il 23 agosto, due giorni dopo il previsto, riusciamo a rientrare in Italia.
  • Non volate MAI con TAAG Angola Airlines! Prendete Qatar, Ethiopian, qualunque altra compagnia aerea ma non la TAAG, vi prego. Non fatelo per nessuna ragione, piuttosto affittate l’aereo del vostro amico pilota di diporto o rubate uno Space Shuttle.
  • Durante la nostra permanenza alla Tivoli Astrofarm ci siamo proprio goduti il cielo australe in ottima compagnia di altri entusiasti appassionati di astronomia, è un’esperienza bellissima da provare almeno una volta nella vita osservare e fotografare un cielo così buio e cristallino!
  • Portatevi dietro un hard disk bello capiente: la capienza minima sindacale è 1 TB. E ve lo dico soprattutto se fate tanto time lapse come la sottoscritta: scattando in raw ed essendo i file raw molto pesanti, specialmente quelli di una reflex full frame, occuperete in men che non si dica più della metà della memoria dell’hard disk, io per esempio in 9 giorni ho scattato circa 600 GB di foto. E con questo ho detto tutto, uomo avvisato…
  • Quando rientrerete in Italia, accertatevi di avere un pc sufficientemente potente per elaborare il tutto, idealmente un pc da scrivania, altrimenti, come nel mio caso, preparatevi a elaborazioni che possono durare anche giorni, con conseguebte rischio che il pc possa ribellarvisi contro, un po’ come è accaduto a HAL 9000 di 2001 Odissea nello spazio…

ASTROFOTO DEEP SKY A GRANDE CAMPO

Per vedere nel dettaglio ogni astrofoto, cliccateci sopra: verrete reindirizzati verso una nuova pagina contenente descrizione e dati tecnici.

Croce del Sud e Sacco di Carbone
Grande Nube di Magellano
Piccola Nube di Magellano
Corona Australe
Pipe Nebula
Il complesso nebulare dello Scorpione

LA VIA LATTEA, STAR TRAIL E ALTRE FOTO DEL CIELO A GRANDE CAMPO DALLA TIVOLI ASTROFARM

Per vedere nel dettaglio ogni foto cliccateci sopra. Tutti i seguenti scatti sono singoli e sono stati ottenuti con una Canon EOS 1300D, un’ottica Samyang 8 mm focale fissa e un treppiede RPOptix RedPod ed elaborate con Darktable, Pixinsight e GIMP.

La Via Lattea sta per tramontare 14 agosto 2023, 30 s, 1600 ISO
La Via Lattea ripresa dalle vicinanze di uno dei bungalow 12 agosto 2023, 30 s, 1600 ISO
Star trail #1: 301 scatti da 30 s 1600 ISO ottenuti con Canon EOS 1300D e elaborati con Darktable, Pixinsight, GIMP, Starstax, FFMpeg
La Via Lattea ripresa dalle vicinanze di uno dei bungalow ma avvicinandosi di più alle palme 12 agosto 2023, 30 s, 1600 ISO
Nubi di Magellano 13 agosto 2023, 30 s, 1600 ISO
La Via Lattea in mezzo alle tre palme. Scatto appartenente a uno dei time lapse. 17 agosto 2023, 30 s, 1600 ISO
La Via Lattea vicina alle tre palme 13 agosto 2023, 30 s, 1600 ISO
La Via Lattea sta per tramontare 14 agosto 2023, 30 s, 1600 ISO
Star trail #2: 383 scatti da 30 s 1600 ISO ottenuti con Canon EOS 1300D e elaborati con Darktable, Pixinsight, GIMP, Starstax, FFMpeg
La Via Lattea ripresa dalle vicinanze del nostro bungalow 17 agosto 2023, 30 s, 1600 ISO
Orione sorge al contrario 14 agosto 2023, 30 s, 1600 ISO
La Via Lattea ripresa dalle vicinanze del nostro bungalow 17 agosto 2023, 30 s, 1600 ISO
La nostra postazione osservativa. Visto il cielo molto buio e Giove che splendeva ben alto in cielo, mi sono chiesta se Giove fosse in grado di proiettare la sua ombra sul suolo: per cercare di rispondere a questa domanda all’alba del 18 agosto ho lanciato una unica lunghissima posa da 241 s a 6400 ISO. Guardando attentamente la foto mi sembra che la seggiola da osservazione astronomica proietti una debolissima ombra sulla destra, ma non ne sono sicura al 100%. Qualche altro tivolista/osservatore del cielo australe ha una risposta?
La Via Lattea si sta buttando sulle palme in lontananza 13 agosto, 30 s, 1600 ISO
La Via Lattea a fianco delle tre palme 13 agosto 2023, 30 s, 1600 ISO
La Via Lattea attorno alle 23 locali sovrasta le palme 12 agosto 2023, 30 s, 1600 ISO
Star trail #3: 249 scatti da 30 s 1600 ISO ottenuti con Canon EOS 1300D e elaborati con Darktable, Pixinsight, GIMP, Starstax, FFMpeg

TIME LAPSE E STAR TRAIL ANIMATI

Tutti i time lapse e gli star trail del cielo notturno dalla Tivoli Astrofarm sono stati ottenuti con una Canon EOS 1300D e un’ottica Samyang 8 mm focale fissa sul treppiede RPOptix RedPod. Elaborazione con Darktable, Pixinsight, GIMP, Starstax (somma delle singole immagini per ottenere gli star trail animati), FFMpeg.

Time lapse e star trail #1 – 11 agosto 2023: 301 scatti da 30 s 1600 ISO

Time lapse e star trail #2 – 12 agosto 2023: 383 scatti da 30 s 1600 ISO

Time lapse e star trail #3 – 14 agosto 2023: 364 scatti da 30 s 1600 ISO

Time lapse #4 – 18 agosto 2023: 249 scatti da 30 s 1600 ISO.