L’Anello di Barnard (noto anche come Sharpless 2-276) è un’enorme nebulosa diffusa nella costellazione di Orione. La sua scoperta viene generalmente accreditata a E. E. Barnard che la catturò sulle lastre a lunga esposizione nel 1895 e che la definì “l’Anello di Orione”.

L’Anello di Barnard , nelle fotografie a lunga esposizione, appare come un arco semicircolare con un diametro di 14° che circonda la Cintura e la Spada di Orione. L’Anello di Barnard è osservabile anche in luce ultravioletta, come una nebulosa a riflessione che disperde la luce stellare. Lo spettro di riflessione delle sue particelle di polvere coincide con la massima intensità della luce delle stelle di tipo O e B.

L’enorme guscio nebulare si trova a circa 100 anni luce di distanza, con dimensioni effettive di circa 300 anni luce. Fa parte di una nube molecolare gigante che contiene anche le brillanti nebulose della Testa di Cavallo e di Orione.

L’origine della bolla contenente l’Anello di Barnard è attualmente sconosciuta. Nel 1953 si ipotizzò che la nebulosa poteva essere un resto di supernova, ma poi prese piede l’ipotesi che si trattasse in realtà di una nebulosa a emisisone diffusa il cui gas viene eccitato dalla radiazione proveniente dalle stelle calde. Oggi si pensa che l’Anello di Barnard si sia probabilmente formato a seguito di una serie di esplosioni di supernova che si verificarono tra 2 e 3 milioni di anni fa e che sia illuminato dalle stelle giovani e calde presenti nell’associazione stellare Orione OB1. Diverse note stelle “fuggitive”, come AE Aurigae, 53 Arietis e Mu Columbae, possono derivare dalla stessa serie di supernove, come parte di un sistema multiplo di stelle in cui una delle componenti è esplosa.

Saint Barthelemy (AO), 1 gennaio 2022
Canon EOS 1100D full spectrum + filtro Optolong L-Pro + 50 mm f/1,8 chiuso a f/4 + astroinseguitore IOptron Skytracker Pro
23 x 120 s 800 ISO
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