M 27, nota anche come Nebulosa Manubrio per la sua forma, venne scoperta nel 1764 da Charles Messier, che la descrisse come “una nebulosa ovale senza stelle”. William Herschel coniò il termine “nebulosa planetaria” per questa classe di oggetti nel 1784 per via della loro forma tondeggiante, che ricordava il pianeta Urano all’epoca recentemente scoperto. Di magnitudine 7,4, è facilmente osservabile in un piccolo telescopio.

Al centro di M 27 c’è una stella nana bianca di magnitudine 13,5, separata di 6,5″ da una debole compagna gialla. Una nana bianca è il residuo estremamente caldo e denso del nucleo di una stella di tipo solare: quando la stella termina l’idrogeno nel suo nucleo ed esce dalla fase di sequenza principale, inizia ad espandersi di parecchio diventando una gigante rossa; nel corso del tempo gli strati più esterni della stella si allontanano formando una bolla di gas in espansione che darà origine ad una nebulosa planetaria, mentre il nucleo diventerà una nana bianca.

Come per molte nebulose planetarie, la sua distanza non è nota con precisione: le stime danno valori compresi tra 490 e 3500 anni luce dalla Terra. Se si adottasse un valore di distanza pari a 1200 anni luce, la luminosità intrinseca di M 27 sarebbe circa 100 volte quella del Sole. La stella centrale ha una luminosità di circa 1/3 di quella del Sole, mentre la compagna è 100 volte più debole.

DATI TECNICI

Si tratta del mio primo esperimento di lucky imaging, cioè la ripresa di oggetti di profondo cielo tramite moltissime pose molto brevi, al posto delle classiche 50 esposizioni da 5 minuti, per sfruttare il basso rumore della camera, caratteristica che mi ha piacevolmente sorpreso, e la sua alta sensibilità.

12 giugno 2021, presso Astrobioparco Oasi di Felizzano

Skywatcher Newton 200/800
Skywatcher NEQ6 Pro modificata Geoptik
QHY485 C + filtro Optolong L-Pro
Autoguida: Tecnosky Sharp Guide 50 V2 + QHY5-L II mono + PHD2 Guiding 2.6.9

463 x 30 s (circa 3,8 ore di integrazione), 706 bias, 240 dark

Elaborazione: Pixinsight, GIMP