Finalmente, dopo tanto tempo, torno a scrivere un resoconto di uno star party!

Lo star party a cui ho partecipato è stato organizzato per sabato 3 luglio 2021 da Astrobioparco – Oasi di Felizzano e Tecnosky. Il programma era questo:

  • osservazione del Sole tramite li telescopio solare Lunt da 152 mm a partire dal pomeriggio
  • visita al parco naturalistico
  • osservazioni notturne, durante cui l’amico Giuliano Monti di Tecnosky ha gentilmente messo a disposizione il suo magnifico Dobson Ariete da 16″ f/4, il visore notturno OVNI, il rifrattore apo 152, e naturalmente il rifrattore apocromatico TMB da 175 mm di apertura e lunghezza focale 1400 mm dell’osservatorio, lo stesso che uso quando faccio le serate pubbliche!

Insomma, un programma molto interessante.

La struttura: da sinistra a destra il bar (giallo), la conferenze (verde) e l’osservatorio astronomico (azzurro)

A causa di un impegno, sono riuscita ad arrivare a Felizzano solo verso le 18.30: quasi non avevo neanche finito di parcheggiare che già inizio a salutare amici vecchi e nuovi: tra di loro Marcella, Sonia e Ana, astrofile e astrofotografe come me, nonchè mie amiche. Subito dopo incontro Attilio e Alessandra da Genova, Stefano con la famiglia e naturalmente Giuliano e Davide (non so come riescano ancora a sopportarmi, sono sempre lì a turbare la quiete del Parco. Penso che ormai si siano rassegnati alla mia pressochè costante presenza). Poco dopo ci raggiungono Luca e un altro astrofilo di cui non ricordo il nome.Il cielo è nuvoloso, ma noi siamo fiduciosi che si apra per la sera. Ma le nostre speranze vengono, almeno per il momento, disattese: un violento temporale si abbatte su di noi, ma fortunatamente dura poco, e dopo… voltandoci con le spalle al Sole, assistiamo a uno degli spettacoli che la natura volentieri ci regala: un arcobaleno strepitoso, tra i più belli che abbiamo mai visto: il suo arco si estende per 180°, e i colori sono intensi; si vede senza fatica addirittura l’arco secondario esterno all’arco principale! Ovviamente non abbiamo resistito alla tentazione di fotografarlo; qui trovate una delle mie immagini, che purtroppo non rende abbastanza onore a tale visione.

Tra una chiacchiera e l’altra l’ora di cena arriva in fretta: dopo lunghe consultazioni alla fine decidiamo di andare direttamente in pizzeria, anzichè ordinare le pizze da mangiare al parco: visto che è la prima volta dopo parecchio (almeno per me) che ci si ritrova tutti insieme, senza obblighi e divieti legati all’antipatico coprifuoco che per lunghi mesi ci ha accompagnato, decidiamo di trattarci bene, almeno ci sediamo con calma e soprattutto mangiamo le pizze ancora calde. La voglia di ritrovarsi attorno a un tavolo a fare della sana gastronomia è tangibile, a tal punto che alla fine siamo in 15! Mi ritrovo vicina a Walter Apollonio, un astrofilo esperto di astrofotografia con lo smartphone, mentore di Sonia, che scherzosamente abbiamo soprannominato “la regina dell’astrofografia con lo smartphone”. Mentre ceniamo, il cielo intanto si apre: evvai, stasera si fanno foto e osservazioni!

Tornati al Parco, la terrazza di osservazione in breve tempo diventa un andirivieni di astrofili che portano contrappesi, montano telescopi, allineano la montatura… anche io ho portato il mio telescopio, l’ormai fedele Newton 200 f/4, ma, vista la grande umidità, decido di non montarlo; al suo posto invece monto treppiede e macchina fotografica con l’idea di fare un time lapse. Giuliano intanto mette fuori il Dobson Ariete. Il pensiero di osservare attraverso un bel Dobson dal diametro generoso mi entusiasma: nonostante io ormai sia passata al lato oscuro dell’astrofotografia, il primo amore dell’osservazione visuale attraverso il Dobson non si scorda mai: anche perchè, in vista del futuro viaggio in Namibia (per me un ritorno, visto che già ci ero stata nel 2016), devo comunque mantenermi in esercizio nel puntare il Dobson.

Con Luca decidiamo di iniziare a puntare col Dobson M 97, la Owl Nebula nell’Orsa Maggiore: riusciamo a beccarla con non poca fatica, perchè la crescente umidità ci appanna di continuo le lenti di oculare e cercatore: un debole fantasma molto evanescente di quella che in un cielo senza umidità è una nebulosa planetaria è tutto quello che riusciamo a scorgere. Delusi, dopo puntiamo l’ammasso globulare M 13, che, come al solito, e non mi stancherò mai di dirlo, è uno splendore: riusciamo a risolverlo fin quasi al centro. Stefano intanto ci chiama per mostrarci a sua volta M 13 e i due pianeti Giove e Saturno attraverso il suo rifrattore: la loro osservazione però è rovinata da un seeing pessimo. In osservatorio ammiriamo di nuovo l’ammasso globulare M 13, e con il binocolone Ibis 82 HD di Giuliano osserviamo M 11.

Il piatto forte però deve ancora arrivare: Giuliano prende il fantascientifico visore notturno OVNI e lo attacca al Dobson: più semplice che bere un bicchiere d’acqua, riusciamo ad osservare senza alcun problema la Crescent Nebula, un resto di supernova nel Cigno, e la nebulosa planetaria M 27. Roba da non credere, specialmente quando si pensa che senza visore la Crescent è a malapena visibile in un Dobson da 60 cm e anche in astrofotografia non è banale… chissà cosa penserebbe del visore notturno Franco Bertucci, un nostro amico astrofilo noto visualista? Probabilmente gli verrebbe un infarto… un bolide luminosissimo ad un certo punto squarcia il cielo tagliando a metà la costellazione di Cassiopea, ma a quanto pare siamo in pochi ad averlo notato, affacendati come eravamo ai telescopi.

Purtroppo l’umidità aumenta sempre di più, per cui devo recuperare la fascetta anticondensa da mettere sull’obiettivo della reflex per salvare le riprese del time lapse. Ad un certo punto passa a salutarci Martino, che tra una cosa e l’altra era da secoli, anzi millenni, che non vedevamo.Verso mezzanotte, Marcella fa comparire dal nulla un magnifico vassoio di brioches, che ha preso da un suo spacciatore di brioches di fiducia: l’aspetto è ottimo, ci sono brioches ripiene di cioccolato, crema di pistacchio, cioccolato bianco, crema e basta, vegane… e Attilio, con aria indifferente, ha tutta l’aria di volersele mangiare tutte lui, a tal punto che io e Alessandra temiamo di doverlo chiudere fuori dalla porta (e mangiarcele noi le brioches invece).

Ogni tanto ci affacciamo fuori fiduciosi che il cielo si apra, ma niente: la cappa di umidità ormai ha raggiunto lo zenith, e rimangono visibili solo Deneb e Vega. Qualcuno inizia a smontare la strumentazione e ad andare via, Giuliano ritira il Dobson, ci salutiamo. Si conclude così questo star party, che ancora più dei precedenti a cui ho partecipato è stata una magnifica occasione di ritrovo con amici vecchi e nuovi, vicini e lontani.