La costellazione della Corona Boreale si trova in mezzo ad altre due costellazioni, il Bootes o Pastore a ovest e Ercole a est. Il nome di questa costellazione deriva dalla caratteristica disposizione a semicerchio delle sue sette stelle, che ricorda appunto la forma di una corona. La sua stella più luminosa è Alphecca o Gemma, una stella bianco – blu distante 78 anni luce: si tratta di una variabile ad eclisse, la cui magnitudine oscilla tra 2,2 e 2,3 in un periodo di 17,4 giorni.

Nella mitologia greca, la Corona Boreale è associata alla corona che Dioniso diede ad Arianna, figlia del re di Creta. Arianna aveva aiutato Teseo a sconfiggere il Minotauro, e con lui lasciò Creta. Ma Teseo presto abbandonò Arianna, che cadde in una profonda disperazione. Dioniso, vedendola in quello stato, decise di sposarla; dopo il matrimonio Dioniso prese la corona che indossava e la gettò nel cielo dove atterrò tra le stelle, e si trasformò nella costellazione che ancora oggi possiamo osservare.

Per i Cheyenne, la Corona Boreale rappresentava il “campo circolare” a causa della somiglianza del suo aspetto con la disposizione delle tende nei loro accampamenti.

Nella mitologia araba era la ciotola dei poveri, ma anche un filo di gemme, di cui la più splendente venne chiamata Alphecca.

Nella mitologia celtica la costellazione era nota come “Caer Arianrhod” o “Il castello del cerchio d’argento”, ed era la casa di Lady Arianrhod.

Per gli antichi cinesi era Kwan Soo, la corda, mentre gli aborigeni australiani la conoscono come Woomera, il boomerang.

15 maggio 2023

Canon EOS 1100D full spectrum + 50 mm f/1,8 chiuso a f/4 + filtro Optolong L-Pro

Astroinseguitore IOptron Skytracker Pro + treppiede RPOptix Blue Pod.

Esposizioni: 52 x 120 s, 26 bias, 20 dark, 41 flat

Elaborazione: Pixinsight, GIMP

Una considerazione: mi sarebbe bastata anche uno scatto singolo, ma ho deciso di riprendere più immagini perchè dovevo testare l’astroinseguitore dopo una riparazione. Direi che il test funzionale è stato superato!