Trovandomi presso l’Astrobioparco di Felizzano per lavoro dal 24 al 27 maggio, non ho potuto resistere alla tentazione di provare il rifrattore TMB 175 / 1400 apocromatico tripletto FPL53 su montatura equatoriale alla tedesca RM-300, ritratto qui sotto in tutta la sua imponenza assieme all’autrice del blog:

Si tratta di un ottimo strumento per l’osservazione dei pianeti e della Luna, perchè fornisce immagini molto nitide…peccato però che queste sere siano state caratterizzate da foschie ed elevata turbolenza atmosferica, per cui non abbiamo potuto apprezzare in pieno le performance di questo strumento. Questo però non ha scoraggiato l’astrofilo svizzero Yuri Malagutti in vacanza a Felizzano e la sottoscritta a tentare comunque un serrato programma di osservazioni e riprese planetarie e lunari! Con Yuri abbiamo fatto un ottimo lavoro di squadra: lui mi ha gentilmente prestato le sue lenti di Barlow apocromatiche e la torretta binoculare, io ho puntato il telescopio e movimentato la cupola. Certo non capita tutti i giorni di puntare manualmente un telescopione da 20000 euro: all’inizio il timore di rompere qualcosa era elevato e sudavo freddo, ma poi, memore degli insegnamenti del buon Giuliano, titolare di Tecnosky, tutto è filato liscio. In caso contrario, come minimo non sarei qui a scrivere queste righe, e i miei resti sarebbero stati dati in pasto alle rane del laghetto del parco…

Abbiamo iniziato con Giove, poi la Luna, in seguito Saturno e concluso con Marte. Per ognuno di essi abbiamo prima osservato visualmente attraverso la torretta binoculare di Yuri, poi fatto le riprese con le nostre telecamerine e lenti di Barlow apocromatiche da 2x, 3x, 4x di Yuri. Abbiamo cominciato con Giove, che faceva bella mostra di sè a sud: nei momenti di seeing calmo si potevano vedere molti dettagli, oltre le bande equatoriali, come ad esempio sottili bande scure vicine alle zone polari, e addirittura una sottilissima banda tra le due bande equatoriali! Erano ben osservabili anche tanti piccoli ovali bianchi in fila uno dietro l’altro. A tratti ci sembrava di vedere la Grande Macchia Rossa, ma vista la turbolenza non siamo mica sicuri di averla osservata.

Il meglio è però arrivato con la Luna: grazie alla torretta binoculare sembrava di sorvolare la superficie del nostro satellite con un’astronave: le ombre dei crateri si proiettavano nitide, e gli stessi crateri avevano quasi un aspetto tridimensionale.

Saturno ci ha rivelato dettagli più sfumati di quelli di Giove, si potevano scorgere deboli sfumature di colore nella sua atmosfera; si notava però bene la Divisione Cassini, quella lacuna nell’anello di Saturno che prende il nome dall’astronomo Giovanni Domenico Cassini, grande studioso di Saturno vissuto a cavallo tra ‘600 e ‘700.

Marte si è rivelato il pianeta più ostico, perchè molto basso sull’orizzonte sud – est, e immerso in pesanti veli: nonostante questo siamo stati comunque in grado di osservare una grande macchia scura a forma di X sulla sua superficie. Pazienza, ci rifaremo con l’opposizione marziana del 27 luglio 2018, quando il suo diametro apparente passerà dagli attuali 20″ a 24″ circa.